Palermo, l’altalena continua a girare: a Como un altro 3-3 che sa di amaro

di Redazione - 1 anno fa

Che il Palermo di questa stagione non fosse una squadra da consigliare ai cardiopatici lo si sapeva già. Le ultime partite, tuttavia, hanno amplificato ancora di più il concetto spesso utilizzato di “altalena” di emozioni al termine delle quali, veramente tutto può accadere. E così anche la trasferta di Como, penultima recita dell’anno dei Corini boys, ha confermato i progressi della squadra rosanero in termini di capacità realizzativa ma allo stesso tempo ha messo in luce la fragilità difensiva di una squadra che, probabilmente, dipende troppo dalla contemporanea presenza di Lucioni e Ceccaroni. Il resto lo ha fatto l’ingenuità clamorosa di Marconi, che con il suo “buffetto” a Curto a palla lontana a tempo ormai scaduto ha determinato il risultato finale.

Eppure nella prima frazione il Palermo era sceso in campo volitivo e determinato, seminando bene fin da subito sulla trequarti avversaria e raccogliendo i frutti al minuto 17, quando un filtrante al bacio di Gomes trovava Di Francesco pronto a insaccare in rete. Ma come già accaduto spesso in questa stagione la gioia durava poco, giusto il tempo di andare al riposo con il rammarico di una traversa colpita da Insigne con la complicità di Semper.

SECONDO TEMPO, TUTTO RIBALTATO E CONTRORIBALTATO

E così, pronti via per la ripresa, inizia il Curto show: il laterale destro del Como, dalla fascia in cui Lund era stato appena sostituito da Aurelio, in meno di dieci minuti confeziona due assist al bacio, prima per la testa di Cutrone e poi per il destro di Gabrielloni, che intanto aveva preso il posto di Baselli. L’altalena gira ancora, e il Palermo è sotto 2-1 quando ancora non è scoccata l’ora di gioco.

Due elementi, però, fanno da trait d’union rosanero nelle ultime gare: lo “spirito ritrovato” citato da Corini dopo Parma e soprattutto Jacopo Segre, la cui ispirazione in fase realizzativa si avvicina ormai a quella di un numero 9: lui, però, porta l’8 sulle spalle, e con quello realizza il gol del 2-2, che rimanda il giudizio su una partita la cui inerzia si era apparentemente spostata dalla parte dei lariani.

È finita qui? neanche per sogno. Il Palermo butta dentro Di Mariano, Vasic e soprattutto Stulac, che con la sua materia preferita, il calcio di punizione, pennella sulla testa di Graves un pallone da spingere dentro: il terzino “inventato” con buoni risultati da Corini ringrazia e riporta avanti i rosanero.

COMO-PALERMO, IL FINALE CHE NON TI ASPETTI

Qualunque epilogo, a questo punto, sarebbe stato possibile: a pochi minuti dalla fine la speranza di mantenere il risultato si mischiava al timore di uno Charpentier-bis. L’ipotesi del suicidio, però, non era passata al vaglio neanche dei migliori inquirenti. Il Curto show, invece, si conclude senza meriti specifici da parte del frizzante difensore comasco, che si limita a stramazzare al suolo sul colpetto di Marconi in area: calcio di rigore ed espulsione, Verdi sul dischetto, gol e 3-3.

Morale della favola? l’altalena Palermo continua a sorprendere e a non concedere punti di riferimento se non l’incertezza. Ma se a Parma, nonostante l’epilogo, era arrivato un punto “da non buttar via”, il pari di Como lascia ancor più l’amaro in bocca, se si considerano anche i passi falsi di Catanzaro e Venezia. La Cremonese, intanto, ultimo avversario dell’anno per i rosanero, arriverà al Barbera fresco di poker rifilato al Modena e terzo posto in classifica. L’imperativo è terminare bene il 2023, poi il mercato e poi chissà, con l’auspicio di un 2024 rosanero adatto anche ai tifosi deboli di cuore.

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